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Qual è lo scopo del Trattato del Quirinale?

Immagine del redattore: Théo BriandThéo Briand

Negli ultimi tre decenni, le relazioni tra Francia e Italia si sono deteriorate fino a raggiungere l'apice nel 2019 con il richiamo dell'ambasciatore francese in Italia dopo una serie di crisi diplomatiche. Per rinnovare la fiducia tra i due partner europei, era più che necessario instaurare un dialogo sistematico, nuove pratiche e una cooperazione rafforzata.



Il boom economico italiano e le "trente glorieuses" francesi avevano creato un idillio tra Italia e Francia. Gli scambi economici erano numerosi e le collaborazioni culturali fioccavano. Poi, nel 1993, l'avvento dell'Unione Europea e la fine della presidenza molto italofila di François Mitterrand nel 1995 hanno segnato l'inizio di un'epoca più buia per le relazioni italo-francesi.


L'economia al centro dei conflitti


La prima controversia è di natura economica. Si tratta dell'offerta pubblica di acquisto della società elettrica italiana Enel sulla società francese Suez. Inizialmente, le società coinvolte si sono accordate sull'offerta di acquisto. Poi il governo francese è stato informato della procedura. Pochi giorni dopo, dopo alcuni malintesi e comunicazioni fuorvianti da parte del governo, una protesta politica respinse il piano di acquisizione e Suez fu infine fusa con la società francese Gaz de France. L'acquisizione fallisce quindi, anche se all'inizio tutto andava bene. Gli italiani si sentono ingannati e non capiscono questa improvvisa inversione di tendenza.


Mentre gli italiani non sono riusciti ad acquistare Suez, nel 2012 la Francia si permette di acquistare da EDF la società energetica italiana Edison. Ciò è naturalmente considerato ingiusto, in quanto la Francia può acquistare liberamente le aziende italiane, mentre non è possibile fare il contrario.


La terza controversia economica è il blocco dell'acquisizione dei Chantiers de Atlantique - STX di Saint-Nazaire da parte del colosso italiano Fincantieri. Le discussioni sulla fusione erano già ben avviate, ma appena eletto, Emmanuel Macron e il suo governo hanno bloccato l'accordo che affidava gli Chantiers de l'Atlantique a Fincantieri e hanno preferito nazionalizzare la società, almeno provvisoriamente. Il motivo è che la Francia teme che la Cina, che ha firmato un accordo di cooperazione con Fincantieri, possa acquisire tecnologie navali militari. Questa volta il blocco avviene in nome della difesa degli interessi nazionali. Tuttavia, il danno è stato fatto e gli italiani si sentono ancora una volta impediti e, d'ora in poi, inaffidabili.


I politici alimentano la rivalità


L'ascesa dei nazionalisti e degli estremisti politici, in particolare in Italia con i partiti della Lega o del Movimento 5 Stelle, sanno come sfruttare questa animosità ambientale accusando la Francia e, soprattutto, Emmanuel Macron, di tutti i mali che si trovano in Italia. È in quest'ottica che, durante il movimento dei Gilet Gialli iniziato alla fine del 2018, il ministro dell'Interno italiano Matteo Salvini li ha sostenuti definendo Emmanuel Macron "un pessimo presidente". Luigi Di Maio, leader del Movimento 5 Stelle e ministro del Lavoro, si è recato direttamente a una manifestazione dei Gilet Gialli per sostenerli. Considerando questo atto come un'ingerenza, il governo francese ha definito il sostegno "inaccettabile" e ha deciso di conseguenza di richiamare il proprio ambasciatore a Roma il 7 febbraio 2019.


Dispute popolari


Altri eventi più leggeri, ma altrettanto oggetto di discordia, costellano le relazioni italo-francesi. Il colpo di testa di Zinedine Zidane contro Marco Materazzi durante la finale dei Mondiali di calcio del 2006 sembra banale, eppure è impresso nella mente della gente e convince gran parte della popolazione delle tensioni italo-francesi. Anche la proprietà della Gioconda è un tema caldo per gli italiani, la maggior parte dei quali ritiene che l'opera debba essere restituita all'Italia perché rubata dai francesi. Tuttavia, sebbene si ammetta che le opere italiane siano state spogliate dalla Francia durante le campagne italiane di Napoleone Bonaparte, non è affatto così per la Gioconda, che fu donata a Francesco I da Leonardo da Vinci in persona.


Il dialogo come unica via d'uscita


Nel 2017, nel tentativo di attenuare le tensioni, l'idea di un trattato franco-italiano ispirato a quello franco-tedesco, noto come Trattato dell'Eliseo, è sottoposta da un giornalista in conferenza stampa a Emmanuel Macron, che trova il progetto interessante. Così, Italia e Francia lavorano nel corso del 2018 a un Trattato del Quirinale per migliorare le relazioni e la cooperazione italo-francese. Purtroppo, le elezioni legislative italiane del marzo 2018 e l'arrivo al potere della coalizione italiana che riunisce il Movimento 5 Stelle e la Lega, apertamente antifrancese e antieuropea, impediscono alla situazione di evolversi.


Due anni dopo, il Trattato del Quirinale riemerse durante la visita di Emmanuel Macron a Napoli nel 2020. Liberato di Matteo Salvini e sullo sfondo dell'inizio di una crisi sanitaria, il summit italo-francese riunisce il presidente francese Emmanuel Macron e il presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte, con l'obiettivo di ripristinare un dialogo tra i due Paesi che non esisteva dalla fine del 2017.


All'ordine del giorno ci sono importanti questioni economiche come l'alleanza tra le aziende automobilistiche PSA e Fiat-Chrysler, la linea ferroviaria Lione-Torino e un potenziale accordo tra Naval Group e Fincantieri. La diplomazia non viene tralasciata, poiché la Libia è ora oggetto di un allineamento politico tra Parigi e Roma e soprattutto riappare il Trattato del Quirinale. Entrambe le parti desiderano creare un ambiente favorevole alla cooperazione franco-italiana, simile a quello esistente tra Germania e Francia.


Pochi mesi dopo, il 26 novembre 2021, viene firmato il Trattato del Quirinale tra il Presidente francese e il nuovo Presidente del Consiglio italiano, Mario Draghi, molto più eurofilo e moderato dei suoi predecessori.


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© 2023 par Théo Briand

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