Gli attori della cooperazione: Filippo Giabbani
- Théo Briand
- 16 gen 2023
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 19 gen 2023
A un anno dalla firma del Trattato del Quirinale, il trattato bilaterale tra Francia e Italia sta entrando in un periodo cruciale. Quello della sua progressiva attuazione. La serie di articoli "Gli attori della cooperazione" mira ad esplorare il modo in cui gli attori locali interpretano il Trattato del Quirinale.

Filippo Giabbani è Direttore Generale del Programma Marittimo per la Regione Toscana da poco più di un anno. Prima era Direttore Generale per gli Affari Internazionali e gli Investimenti per quasi sette anni della Regione Toscana. Filippo Giabbani si è occupato anche della promozione della Toscana durante 14 anni per l'agenzia Toscana Promozione.
Innanzitutto, potrebbe descrivere la sua attuale missione per il programma Marittimo nella regione Toscana?
Io sono il responsabile dell'autorità di gestione per il programma Italia-Francia Marittimo, quindi sono il dirigente che è a capo della struttura che segue appunto la gestione del programma e in generale le attività internazionali della Toscana.
Qual è la missione del programma Marittimo?
Il programma Marittimo fa parte dell'argomento generale delle politiche di coesione dell'Europea. Ha come obiettivo principale di rafforzare le relazioni, di avere una migliore integrazione tra i cinque territori del programma, che sono: tre regioni italiane, la Toscana, anche se è interessata solo in parte perché siamo coinvolti solo nelle province costiere, poi la Sardegna e la Liguria. Infine, ci sono due regioni francesi: la Corsica e due dipartimenti della regione meridionale, il Var e le Alpi Marittime.
Come accoglie il Trattato del Quirinale?
Come un'opportunità, come una grande opportunità sia a livello più specifico, per quanto concerne l'Italia e la Francia e come un'opportunità a livello di Unione Europea.
Allora a livello specifico, perché appunto ci permette di istituzionalizzare dei meccanismi di Cooperazione rafforzata tra Francia e Italia e questo ci aiuta sicuramente a collaborare maggiormente in ambiti che riguardano sia il campo istituzionale che quello economico e sociale. Ci permette anche di evitare problematiche, come quelle che sono verificate di recente, insomma il rapporto tra il nostro governo e il governo francese.
A livello europeo vedo un contributo importante perché se il trattato verrà pienamente implementato e funzionerà al meglio. Permette di affiancare al motore franco-tedesco, per quanto concerne l'Unione europea, un motore italo-francese.
Personalmente credo anche che probabilmente dovremmo chiudere il triangolo dando vita anche un accordo di collaborazione fra Italia e Germania. In modo tale che i tre paesi più grandi dell'Unione Europea possano assumere delle responsabilità maggiori.
È indubbio che per bando concerne l'Italia e Francia, forse potrebbe convenire anche a creare dei rapporti bilaterali rafforzati con un altro paese. È importante la parte Sud dell'Unione Europea, che è la Spagna, perché questo forse ci permetterebbe di rafforzare un po' la visione Mediterranea. Negli ultimi anni, forse è stato più guidata dai paesi del Nord.
Il programma Marittimo è il perfetto esempio di collaborazione italo-francese. Nel trattato ha già notato alcune novità che potrebbe aiutarla nel programma?
Sicuramente sì! Noi abbiamo un articolo che specificatamente dedicato alla cooperazione dell'Unione europea. E l'articolo 10 in cui si prevede anche la costituzione di forum di discussione in cui possono trovare accoglienza i vari soggetti che già lavorano nel rafforzamento organizzazioni tra Italia e Francia.
Noi abbiamo due programmi che sono dedicati alla cooperazione territoriale tra Italia e Francia, uno marittimo e l'altro territoriale. Sono due programmi che fra di loro non hanno rapporti, nel senso che alcune regioni italiane sono coinvolte.
Ci sono poi dei programmi di cooperazione nell'Europea, penso a Med o a Next Med, che comprendono non solo Italia e Francia, ma anche Italia e Francia. Ecco questi strumenti probabilmente potrebbero, alla luce del trattato, trovare una maggiore opportunità di confronto e di diffusione.
Ha già potuto avviare dei progetti o è ancora troppo recente?
Non ancora, però sotto il cappello del trattato stiamo portando avanti anche degli accordi bilaterali fra Toscana e regioni francesi. Ovviamente abbiamo un occhio di riguardo alle regioni con cui abbiamo già un lavoro comune in ambito con Francia Marittimo, quindi è in dirittura d'arrivo, andremo a firmarlo, penso nei prossimi due tre mesi un accordo di collaborazione fra la Toscana e la regione Sud. Stiamo cominciando a negoziare un accordo di collaborazione tra Toscana e Corsica e anche un accordo maturo tra la Toscana e la regione Centre-Val de Loire. È un accordo più culturale, Leonardo [Da Vinci] è stato a Amboise quindi mette in connessione i due regioni. Noi già collaboriamo con alcune regioni francesi e vorremmo rapportare il rapporto con le regioni francesi sotto il cappello più generale del trattamento.
Ho anche visto che ha lavorato per il progetto Invest in Tuscany. Pensa che il Tratto del Quirinale va a sviluppare la Toscana?
Io credo di sì. La Francia è il primo investitore in Toscana, soprattutto grazie a due gruppi che sono LVMH e Kering. Però non solo nel senso che poi noi abbiamo investimenti francesi nelle energie, nei trasporti, nell'idrogeno, quindi in termini di numeri di società a controllo estero presenti in Toscana, la Francia è il primo.
Oltre a quello la Francia è comunque un partner importante sul fronte del Commercio estero, quindi io credo che ci sono già delle relazioni che sono molto approfondite.
Pensa che il trattato abbia un futuro? Nel senso che Draghi-Macron ha formato una bella coppia ma Macron-Meloni è già partita male la coppia. Il trattato riuscirà a superare le rivalità politiche?
E quello che spero, in un punto di vista personale. Io non credo che una partnership abbastanza unica a livello europeo, parte eccezione per il trattato franco-tedesco, possa essere sconfessato o ignorato. Quindi io non credo che sarà un trattato destinato a rimanere lettera morta. Siamo partiti male, però spero che sia un incidente di percorso.
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